martedì 15 marzo 2011

Acqua minerale Sanfaustino

La Sanfaustino, storica etichetta umbra delle acque minerali, è a un bivio: o si avvia un piano di rilancio dell'azienda, anche attraverso l'arrivo di investitori del settore, o si rischia di aprire per i lavoratori la fase della cassintegrazione, anticamera della chiusura.
"La Sanfaustino è a rischio e con essa è a rischio la filiera agroalimentare massetana"
è la denuncia del segretario territoriale della Cisl di Perugia, Angelo Manzotti, alla vigilia dell'assemblea pubblica che si terrà quest'oggi (ore 17) nella chiesa Nuova di Massa Martana. Un paese intero si sta mobilitando per salvare un'azienda simbolo dell'economia locale. Ed i 12 dipendenti attualmente in forza, che lamentano il mancato pagamento di quattro mensilità arretrate e della tredicesima. Per loro, tra l'altro, la cassa integrazione sarebbe l'unico ammortizzatore sociale possibile, viste le ridotte dimensioni dell'azienda. Insomma, un paracadute debole in assenza di prospettive di medio periodo. Manzotti fa un'analisi molto critica sulla gestione dell'azienda, soprattutto per quanto riguarda la parte relativa alla gestione ed al rilancio dell'attività.
"Ancora oggi - dichiara il sindacalista - stiamo aspettando un piano di rilancio, sempre promesso a parole e mai realizzato nei fatti. La gravità sta soprattutto nel fatto che nessuno ha mai discusso di quale strada intraprendere per rilanciare un'attività che ha fatto conoscere la nostra zona nel resto d'Italia. I frutti lasciati in eredità alla proprietà, che fino a poco tempo fa erano dolci, con il passare del tempo si stanno guastando in quanto l'azienda attualmente è in serie difficoltà con una produzione fortemente ridimensionata, lavorando in maniera molto saltuaria."
A questo, si aggiungono i ritardi nei pagamenti degli stipendi. […]

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